Il diritto del lavoro si configura come branca del diritto Privato, con un focus particolare sui lavoratori. Più in dettaglio, si occupa di regolare i rapporti tra il datore di lavoro e i lavoratori. Storicamente la sua nascita è legata all’avvento della rivoluzione industriale, con il sorgere della classe sociale dei lavoratori dipendenti.

Presupposti per la nascita sono stati il lavoro in nero, la mancanza di sicurezza, lo sfruttamento ed i salari non commisurati alla mansione.

Fondamenti del Diritto del lavoro

Il Diritto del lavoro trova le sue fonti direttamente nella Costituzione Italiana e, in particolare, si basa su tre articoli;

- L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (art. 1.);

- La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. (art. 4.);

- Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. (art. 36.)

Il primo articolo ci fa capire quanto il lavoro abbia importanza sociale; il lavoro viene visto come uno strumento di progresso non solo per il singolo ma per l’intera comunità. Da un punto di vista individuale, il lavoro garantisce a ciascun individuo la libertà e l’indipendenza poiché proprio grazie a questo ogni singolo cittadino può sostentarsi, può mantenere la propria famiglia e, proprio grazie all’indipendenza economica, può avere una progettualità per la propria vita.

Nell’articolo 4 si parla del diritto-dovere al lavoro; lo Stato si impegna nel mettere in atto una politica volta a creare delle situazioni favorevoli affinché si creino sempre più opportunità di lavoro per i cittadini, andando quindi a contrastare il fenomeno della disoccupazione.

Lo statuto dei lavoratori

Corpo fondamentale del Diritto del lavoro è lo Statuto dei lavoratori, ovvero, la Legge n. 300 del 20 maggio 1970, il cui testo reca “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”.

Il cardine del Diritto del lavoro: il contratto

Il punto cardine su cui si sviluppa l’intero del Diritto del Lavoro è la disciplina della relazione giuridica tra il datore di lavoro ed il lavoratore. Tale rapporto trova la sua fonte in un contratto. Il lavoratore proprio per sostentarsi è obbligato a lavorare e questo lo mette in una posizione di subordinazione rispetto al datore di lavoro che, proprio facendosi forza di questa necessità del dipendente, potrebbe attuare comportamenti ingiusti nei suoi confronti; lo scopo del Diritto del Lavoro è proprio quello di debellare i soprusi a cui i lavoratori vengono spesso sottoposti.

La tutela viene garantita dallo Stato non solo attraverso il Diritto del Lavoro e gli articoli della Costituzione, ma anche tramite il riconoscimento di apposite strutture, quali le associazioni sindacali, che hanno come attività primaria proprio quella di garantire gli interessi dei lavoratori.

Le tre branche del Diritto del Lavoro

Il Diritto del Lavoro agisce su più fronti e proprio per questo esso si suddivide in tre macroaree:

  • Diritto del Lavoro in senso stretto;
  • Diritto Sindacale;
  • Legislazione sociale.

Il Diritto privato del lavoro tout court si occupa del contratto di lavoro che si stipula tra il dipendente e il datore di lavoro. In poche parole, esso si occupa di garantire al lavoratore che il contratto propostogli sia pienamente in linea con le normative vigenti per quel dato CCNL e quindi che abbia il giusto inquadramento, le giuste ore di lavoro, le ferie retribuite, la giusta paga e tutti i diritti che gli spettano. Il Diritto sindacale è la facoltà di aderire a un'organizzazione sindacale al fine di tutelare le libertà fondamentali all'interno del luogo di lavoro. I sindacati sono quindi degli enti riconosciuti a cui tutti i lavoratori possono liberamente aderire. Il loro compito è soprattutto quello di intervenire nel rapporto tra datore di lavoro e dipendente, avviando un dialogo che possa garantire a quest’ultimo i giusti diritti come l’adeguamento salariale o la sicurezza sul e del posto di lavoro, tema molto discusso e, purtroppo, ancora oggi troppo spesso in prima pagina. 

Infatti, nonostante apposite figure preposte proprio alla sicurezza, gli enti peripatetici, gli incidenti sul lavoro sono ancora troppi. La fattispecie dei licenziamenti I sindacati intervengono anche quando un’azienda vuole ridurre i posti di lavoro o addirittura chiudere. In questo caso il loro obiettivo è quello di trovare una soluzione affinché i lavoratori possano in qualche modo conservare il proprio lavoro. Una delle funzioni fondamentali dei sindacati è la trattativa con i rappresentanti dei datori di lavoro sui Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro in occasione del rinnovo. In generale, il loro compito è quello di rappresentare le categorie dei lavoratori nella difesa dei loro interessi all'interno dei luoghi di lavoro.

E, infine, vi è la Legislazione Sociale, ovvero il complesso delle norme che hanno per oggetto l'assistenza sociale e la previdenza sociale. La nostra Costituzione sancisce che “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale” e inoltre che “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.

In poche parole, la Legislazione Sociale è quel complesso di normative emanate dallo Stato che garantiscono a chi è diversamente abile o a chi è impossibilitato a lavorare per periodi più o meno lunghi, un indennizzo per il proprio sostentamento. Ogni lavoratore che è impossibilitato a lavorare per via di un infortunio o di una malattia, che sia professionale o meno, ha diritto a ricevere un indennizzo (salvo che poi venga superato il periodo di comporto). Ogni lavoratore ha poi diritto alle ferie retribuite (la cui durata dipende poi dal tipo di contratto), ai permessi, alla tredicesima e al Trattamento di Fine Rapporto, ovvero TFR.

Se poi ci addentriamo su quelli che sono i rapporti sociali, ci si apre un altro mondo per cui è stato necessario adeguare le leggi: parliamo ad esempio del mobbing, fenomeno prima del tutto sconosciuto, del quale solo recentemente si è parlato più intensamente ma la cui denuncia purtroppo ancora oggi si scontra con parecchie remore da parte del lavoratore per timore di ritorsioni.

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